«Capisco sempre gli altri… Allora anche io sono un po’ psicologo!»
Che differenza c’è tra una chiacchierata tra amici e un colloquio psicologo?
Il mestiere dello psicologo è per molti estremamente affascinante, ma da molti anche estremamente travisato. Sin dai primi anni di vita abbiamo tutti perennemente a che fare con le nostre e le altrui emozioni, ascoltiamo gli altri, per cui abbiamo confidenza con alcune attività in parte simili a quelle attuate dallo psicologo.
Ciò può spingere alcuni di noi a pensare che basti essere naturalmente bravi in queste attività per definirsi psicologi. Ma siamo davvero sicuri che fare lo psicologo significhi questo? Benché tra clinico e paziente avvenga effettivamente un dialogo, vediamo cosa differenzia una chiacchierata tra amici da un colloquio psicologico:
Anche io so ascoltare!
Benché spesso tra amici ci si ascolti a vicenda quando si ha un problema, quello dello psicologo è un ascolto empatico e mai giudicante, attento a comprendere le emozioni del paziente, il suo stato di salute e i suoi processi di pensiero. Durante l’ascolto lo psicologo utilizza i dati che gli forniamo per comprendere al meglio come stiamo, come siamo fatti, e orientare il trattamento.
Anche io capisco gli altri!
Benché alcuni di noi siano bravi a capire in generale alcuni dei motivi per cui gli altri stanno male, la formazione dello psicologo lo aiuta ad avere uno sguardo molto più ampio e articolato sull’intera salute mentale del paziente e sui motivi per cui soffre.
Anche io so riconoscere i disturbi!
Sebbene possa sembrare facile riconoscere, in generale, alcune espressioni di ansia, depressione o disturbi ossessivi, le conoscenze dello psicologo gli permettono di comprendere accuratamente non solo il tipo di sintomatologia del paziente, ma anche da dove ha origine e come si inscrive nel suo funzionamento mentale complessivo.
Anche io so far stare meglio gli altri
È normale che alcuni di noi siano bravi a far stare meglio un amico dopo una chiacchierata di sfogo, ma lo psicologo fa qualcosa di diverso: egli mira a promuovere costantemente una salute stabile e globale nel paziente, il che quasi mai corrisponde a dargli ciò che egli vuole sul momento, ma solo ciò che può promuovere in lui una crescita stabile nel tempo.
Anche io so dare consigli!
Se non in casi estremamente gravi, dove è necessario, lo psicologo NON dà consigli e non dice al paziente cosa fare! Il suo lavoro consiste (anche) nell’aiutare il paziente a sviluppare quelle abilità che gli permetteranno di comprendere da solo cosa è meglio per lui e diventare autonomo rispetto alla figura stessa dello psicologo.
Sostenere che un colloquio psicologico sia come una chiacchierata tra amici, e che chiunque possa fare ciò che fa uno psicologo, danneggia chi potrebbe avere bisogno di aiuto specialistico, che potrebbe essere meno incline a chiederne. Facciamo attenzione ai messaggi che diffondiamo!